CIRCULARITY E HAIKI+ ALLA MILANO
DESIGN WEEK CON UN PROGETTO CHE
TRASFORMA I RIFIUTI IN UN’OPERA
D’ARTE COLLABORATIVA

Lo spazio espositivo si trova al SuperstudioPiù in via Tortona 27, alla mostra collettiva “Urban Matter(s)
Materia che si riduce per una città leggera
”  curata da  Materially

Circularity e Haiki+ hanno scelto di promuovere questo progetto per la sua grande forza espressiva e comunicativa: l’economia circolare, così come la piattaforma tecnologica di Circularity, si basano sui concetti di network e di collaborazione; allo stesso modo le opere d’arte presentate si rivolgano a tutti e rendono concrete e visibile la trasformazione degli scarti in bellezza.

LE AZIENDE

circularity_logo
haiki

Alcuni dicono che non possiamo più battere il cambiamento climatico.  Altri credono che siamo condannati dagli sprechi, dalla dipendenza dal carbonio e da politiche troppo deboli per cambiare le vecchie abitudini.

Il Gruppo Innovatec è pronto a vincere alcune delle sfide più grandi dei prossimi anni e dare al futuro una forma diversa per viverlo da protagonisti della Clean Technology.

Vogliamo liberare la prospettiva comune dalla percezione di un destino che sembra già segnato, per orientarla verso un modello alternativo, sostenibile e rispettoso delle generazioni future.

Ci proponiamo infatti come key player del settore, pronti a trainarlo verso una «sosteniblità consapevole, innovativa e responsabile» e a orientare il mercato verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile, per aiutare le comunità a diventare a impatto zero fornendo soluzioni innovative, concrete e tempestive ai problemi ambientali.

La start-up innovativa del nostro gruppo Circularity, è la prima piattaforma di simbiosi industriale in Italia che mette in rete gli attori della filiera del ciclo dei rifiuti per avviare percorsi di economia circolare.

Essendo una società benefit integra nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. 

Con un’offerta ampia e articolata di servizi di consulenza e formazione, Circularity aiuta le imprese a integrare la sostenibilità nella loro strategia di crescita e a ottimizzare il consumo di risorse.

A sua volta Haiki+, traduce in pratica le teorie dell’economia circolare. Aiuta a migliorare la sostenibilità dei propri clienti grazie alla ottimizzazione dei loro scarti e al loro recupero in ottica circolare, con un occhio di riferimento autorevole agli aspetti economici e alla normativa. Grazie a una presenza territoriale capillare di impiantistica innovativa e con innumerevoli veicoli di raccolta su strada, Haiki+ si occupa della gestione di rifiuti a 360°, assicurando una perfetta compliance ambientale.

In questi ultimi anni ci sono stati mutamenti radicali nel modo di produrre e di arredare e nello stesso tempo è aumentata, in modo esponenziale, la varietà dei materiali utilizzati. Si è creata in questo modo un’enorme discarica fatta di oggetti e di materiali che gradualmente circonda il cosiddetto mondo civile e industrializzato, che prima o poi dovrà confrontarsi con le tensioni sociali.

È in questa ottica che diventa indispensabile un incontro tra tutti coloro che si occupano delle tematiche ambientali, compresi gli artisti, per dare vita ad una nuova dimensione nella quale le attività possano interagire per elaborare nuove soluzioni.

Lo scarto fa parte dei punti di riferimento: infatti è l’ombra concreta di qualcosa che è esistito ed è custode dell’esperienza vissuta, poiché la creatività e i rifiuti sono una presenza costante della nostra quotidianità.

IN MOSTRA

Serie Foto ‘La bellezza del Rifiuto’

Nelle foto presentate il “rifiuto’’ si pone al centro dell’attenzione aprendo intorno ad esso dibattiti e confronti affinché tutto ciò che ha terminato la sua funzione primaria possa trovare una nuova dimensione, una nuova bellezza. Il rifiuto: quando si crea porta con sé la bellezza del consumo. Si butta via – si ricompra. Un circolo radioso che richiede una speciale cerimonia a ciò che si scarta. Il rifiuto infatti è l’inizio della possibilità a consumar di nuovo, è la conclusione di un ciclo infinito.
Le foto sono state scattate sugli impianti di Haiki+ e post prodotte da Mario Morandi

Sedia ‘Brexit Chair Italy’

Progetto realizzato da giovane artista Riccardo Rizzetto nel 2019 su invito del designer londinese Steve Jensen.

Muovendo dalla fascinazione e il mistero che emerge dagli oggetti rotti, scartati o incompleti che vengono ritrovati, che provengono dal contemporaneo così come dal passato, e che mostrano un potenziale di risemantizzazione inedito.

Il taglio, la lacerazione, ritorna in se stesso, divenendo di volta in volta come il ciclo vitale di tutta la materia prima che anima la tavolozza a cui Rizzetto attinge. L’azione di taglio si fa soggetto e mezzo di trasformazione. 

Dei materiali egli vuole indagare l’anima e portarla, grazie al taglio e alla connessione, verso una nuova esistenza. Questa, eterna solo virtualmente, rappresenta una speranza che riesce ad elevare gli elementi e riferimenti personali che l’artista riflette nelle sue opere verso concetti universali, di condivisione, condivisibili e stimolatori di dibattito.

Totem ‘Memento Mondi’

La opera inedita di Riccardo Rizzetto, realizzata per questa mostra. Siamo in una seconda fase, un passaggio ulteriore che l’artista fa fare agli stessi materiali impiegati anche in Brexit Chair Italy (2019), dove l’artista vuole raccontare la sua visione di un possibile futuro in una nuova dimensione che trova occasione di svolta e rinascita proprio da una rilettura di quello che si considera obsoleto. Abbiamo un insolito utilizzo del colore e in questo caso l’artista sceglie il Blu. Se per gli egizi era simbolo di immortalità e nella cultura occidentale è un’allegoria alla fede, qui entra in gioco per rappresentare il momento 0 di un nuovo ciclo, quella condizione particolare in cui si è superato il turbinio delle vicissitudini e la coscienza può esaminare ogni cosa con più chiarezza. Un colore che simboleggia l’altezza e profondità ma anche archetipo materno positivo in cui deriva la nostra storia biologica: prima di nascere infatti siamo creature dell’acqua in una soluzione simile a quella del mare da cui originò la vita. È la tela bianca, la possibilità tutta da determinare su cui si confrontano ed evolvono pensieri, relazioni, memorie… e l’energia della nuova possibilità scaturisce proprio dal di dentro, da quelle ferite di taglio che accomunano tutti i componenti di Memento Mondi e che vengono coperte e celebrate dal colore dorato per non smettere di ricordare come sia proprio quell’energia insita in ogni singolo componente che, se messa in condivisione e a sistema, può fare la differenza per davvero.

Memento Mundi 2022

MEMORABILIA

La prossima opera di Riccardo Rizzetto, l’evoluzione del ciclo della trasformazione della materia per ridarle una nuova vita.

Per memorabilia, dal latino memorabilis – ricordare o tenere nella memoria – si intendono degli oggetti appartenenti ad un avvenimento o ad un fatto degno di essere ricordato.

 

Hai un oggetto personale pieno di significato che però non usi e rischieresti di buttare e a cui invece vorresti ridare una nuova vita immortalandolo nella prossima opera di Riccardo Rizzetto?

Piccoli oggetti come gioielli, bigiotteria, orologi, biglietti, foto, lettere, cartoline o dischi?

Lasciali presso il nostro spazio dedicato alla mostra. L’artista li userà per dare vita alla sua nuova opera. Seguendoci sui social ne vedrai l’evoluzione.

Parole dell’artista:

Oggetti portatori di senso e significato della propria esistenza individuale, ma che possono avere risonanze diverse in quella collettiva, storica o sociale a seconda dei vissuti presenti alle spalle degli altri sguardi da cui saranno osservati. Diventano un trampolino di lancio per l’immaginazione, al pari del testo spoglio, scarno, delle narrazioni in gran parte prive di dettagli che caratterizzano le fiabe dei Fratelli Grimm in cui, tuttavia, enormi quantità di informazioni vengono trasmesse in uno spazio molto breve, con pochissime parole.

 

“Quel che le fiabe dimostrano, credo, è che è il lettore – o l’ascoltatore – che in realtà racconta la storia a sé stesso. Il testo non è altro che un trampolino di lancio per l’immaginazione. ‘C’era una volta una ragazza che viveva con la madre in una casa ai margini di un grande bosco’. Tu non sai come possa essere la ragazza [e a chi possa assomigliare], non sai di che colore è la casa, non sai se la madre è alta o bassa, grassa o magra, non sai quasi nulla. Ma la mente non permetterà che queste questioni restino senza risposta; riempie nei dettagli sé stessa, crea immagini basate sulle proprie memorie ed esperienze – questo è il motivo per cui le storie risuonano così profondamente dentro di noi. L’ascoltatore diventa attivamente partecipe della storia.” (Paul Auster)

 

Quale oggetto vuoi lasciare a raccontare la storia del tuo quotidiano nella prossima fiaba che proverò a comporre?

Bio Artista

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RICCARDO RIZZETTO

Riccardo Rizzetto si laurea in Architettura all’IUAV di Venezia e nel mentre si reca a Londra per studiare presso Central Saint Martins. Farà ritorno poi nel Regno Unito per proseguire gli studi al Royal College of Art. Da quel momento, vive principalmente tra Uk e Italia, incrociando il locale al globale in un gioco di andirivieni tra campi, discipline e riferimenti che non conosce limiti e che costituisce il cuore pulsante della sua pratica.

PRATICA ARTISTICA

Dopo vari progetti svolti nel Regno Unito, esordisce alla prima edizione di TEDxBassanodelGrappa, presentando “X”, opera appartenente al ciclo Secature, dove l’artista intende dare una nuova possibilità ad elementi che si credevano obsoleti attraverso un processo d’unione. 

Il suo lavoro si concentra sul concetto taglio come occasione di unione e rilettura. Tra i concetti chiave che tratta vi sono la crescita personale, giustizia sociale, non violenza, democrazia e ecologia. Anche la speranza nel futuro e nella possibilità intrinseca in ogni fine ed ogni nuovo inizio sono temi centrali nella pratica dell’artista che attraverso ogni opera immagina nuovi mondi, dimensioni non ancora esplorate e che metaforicamente possono diventare lo scenario in cui prendono vita futuri possibili altri.

Dati i materiali usati per creare queste opere, la sua può essere considerata sustainable art, un’arte in cui il riciclo e la non tossicità, in nessun senso, che caratterizzano il suo modus operandi diventano tratti peculiari che accomunano tutti gli svariati campi in cui lui si cimenta.

Il suo gesto riguarda la re-territorializzazione dell’oggetto e del concetto per stimolare e offrire allo spettatore una rilettura che narra infinite possibilità di revisione sia a livello oggettivo che incorporeo. 

Nelle sue opere emerge di volta in volta un accento spirituale, una riflessione dell’introspezione del nostro “Io” che riguarda la crescita cognitiva data dal dolore generato da ferite emotive che si trasformano in possibilità di salto. Il taglio, la lacerazione, permette un ritorno che è di volta in volta differente (Gilles Deleuze): questo è il potere ri-semantizzante che Rizzetto introduce per sovvertire il ciclo vitale di tutta la materia prima che anima la tavolozza da cui attinge. L’azione del taglio si fa soggetto e mezzo di trasformazione. È quindi determinante il concetto di secante che Rizzetto attinge dal mondo della geometria, materia fortemente presente nella sua formazione, e che ora gli permette di sovvertire la definizione convenzionale di taglio. Questa azione non sarà più un gesto divisorio quanto un’occasione di unione, nutrita da un’agorà di idee che portano all’apertura e al dialogo. La sua azione secante mira a stabilire un nuovo luogo geometrico, unitario ed unificante, un insieme inedito in cui quello che in precedenza poteva essere considerato ormai un non-oggetto (Ferreira Gullar) ora diventa un quasi-oggetto (Michel serres) che supera se stesso. Di fronte alle sue opere, infatti, non ci troviamo più in presenza né di un oggetto, né di un soggetto: le sue creazioni spesso sfuggono a qualsiasi definizione canonica, si posizionano a cavallo di più declinazioni e diventano così nuovo anello di connessione tra campi, aprendo il dibattito e questionando le tradizionali definizioni e sillogismi secondo cui una società sempre più clusterizzata organizza e pensa.

 

Dei materiali egli vuole indagare l’anima e portarla, grazie al taglio e alla connessione, verso una nuova esistenza. Creando “relazioni intersecanti. Snodi di possibilità fluttuanti.” (Vilém Flusser), viene mostrata una speranza che eleva gli elementi e i riferimenti personali che l’artista riflette nelle sue opere a concetti universali, condivisibili e stimolatori di cambiament